mercoledì 6 luglio 2016

Finalmente ti scrivo



Foto by Pirpy



Dopo la metà di giugno, mi son presa una boccata d’aria. L’estate è finalmente arrivata e nelle ore più calde del giorno vengo assalita da un dolcefarniente, che non è da tradurre alla lettera, come viene spontaneo pensare. Il mio è solo un rallentamento del passo.

In questi giorni mi sono allontanata dal blog per dedicarmi ai libri. Ne ho ricevuti alcuni per il compleanno che sto divorando con avidità. E poi è risaputo che la lettura migliora la scrittura, per cui non ho nemmeno un piccolo senso di colpa verso quel tempo passato a leggere, invece di fare altro.
Oggi, però, finalmente scrivo.

Mio papà non è uomo che dispensa regali. In tutti questi anni non ho il ricordo di un regalo di compleanno. Per questo genere di cose c’era la mamma. Nonostante lui l’abbia sostituita in molte cose, per quanto riguarda regali e strenne, è rimasto fedele a se stesso. Tuttavia, per il mio ultimo  compleanno, mi ha regalato un libro.

Senza lasciarmi il gusto della sorpresa (sia mai detto cadere in certi romanticismi…), il libro me l’ha consegnato così come l’ha acquistato, senza confezione e fiocchetti, e senza un bigliettino d’auguri.
- Questo te lo regalo io -  mi ha detto, e io ho apprezzato il pensiero, le parole e il libro. L’unione delle tre cose è stata una bella sorpresa.

Certo, è andato sul sicuro. Quel libro era nella lista dei “prossimi da leggere” e ne avevamo parlato qualche giorno prima del mio compleanno, perché l’autore, che descrive la personalità del padre, è uno dei figli di Giovanni Ferrari, quello che fu “il sindaco” per eccellenza di Romentino, il paese che non mi ha dato i natali solo perché sprovvisto di ospedale, ma dove ho vissuto per trent’anni.

Finalmente ti scrivo. Lettera a mio padre Giovanni Ferrari sindaco di periferia di Enrico Ferrari, edito da Interlinea. 
 
È un libro “senza segnalibro”. Mi piace definirli così i libri che leggo in un sol fiato; quelli che apro e chiudo solo dopo averne letta la fine. Questo libro l’ho aperto per curiosarne alcune foto; poi ho iniziato a leggere la prefazione e non mi sono più fermata, ritardando anche la cena.
Un libro bellissimo, ricco di nostalgia che mi ha commossa non solo una volta. Un libro pieno di amore verso quei genitori che c’erano anche se, troppo presi dal lavoro, non avevano granché  tempo per melensi atteggiamenti verso i figli.
Enrico Ferrari descrive in modo eccellente la figura del padre, un uomo impegnato su vari fronti: la famiglia, la politica, il lavoro, il volontariato. Un uomo mite che sapeva farsi rispettare senza proferire troppe parole; generoso con tutti, in particolar modo con i più bisognosi. Un uomo esemplare, non solo agli occhi dei figli.

Anche mio padre non è uomo che eccelle in complimenti. Lui non ama esternare i propri sentimenti, forse per timidezza, non certo per severità. Io so che, ogni tanto, quella maschera, a sua insaputa, cade giù, mettendo in bella mostra la sua vera personalità di papà tenero, pronto a difendere i propri affetti senza lamentarsi mai. Forse non troppo soddisfatto di quel che gli ha riservato il destino; ma nemmeno questo è in grado di esternare, anche se ne avrebbe tutte le ragioni. 



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