martedì 4 giugno 2013

Stacco la spina e parto




Raccolgo alcune cose in una valigia. Infilo il biglietto del treno nella borsa. Uno sguardo alle mie piante. Una carezza amorevole al gatto.
Parto.
Inizia qui il mio weekend da single.

In passato, quando mi si prospettava un fine settimana in solitudine, ero così felice che lo programmavo nei minimi particolari, così da non lasciare al caso neanche un minuto e rimanere a casa tutta sola era un delizioso momento tutto mio, dove ritrovavo il piacere di rimanere con me stessa.
Oggi è diverso. Sono parecchi i momenti che vivo in solitudine nella mia casa e sono angosciata dal  pensiero di passare due giorni completamente sola. Il silenzio, in particolare quello della notte, che è così muto da togliermi il respiro, non mi piace più.
Quindi parto: per due giorni sarò lontano da casa, ospite di un’altra città.




Firenze mi accoglie come la prima volta, con l’entusiasmo e la passione dell’amica del cuore che mi riabbraccia dopo una lunga assenza. È avvolgente Firenze, è cordiale e carezzevole, quasi penetrante; ogni angolo è un’esortazione a guardarla, un invito a farne parte. È vanitosa, Firenze, e sa di piacere. Soprattutto sa di essere irresistibile.




È notte e la città è quasi deserta. Qualcuno passeggia senza meta. Sto bene. Non so se è il vino bevuto a cena a rendermi così leggera o se è la spensieratezza del sentirmi in vacanza. Non sono ubriaca, ma questo senso di scioltezza mi fa bene.
Da Lungarno arriva una musica che conosco. Mi rasserena guardare il fiume appoggiata al muretto, ad evocare i giorni della mia giovinezza, mentre le stelle strizzano l’occhio nel cielo più blu della notte. Non è nostalgia per il passato; è pienezza e soddisfazione di sentirmi viva. Le note continuano a galleggiare nell’aria e i ricordi riaffiorano pian piano. È bello rimanere così, ognuno coi propri pensieri nella testa, a sorridere di ciò che resta del passato.

Il silenzio avvolge la città in un velo surreale. Poche parole tra noi, qualche risata ad accompagnare il nostro ritorno. A notte fonda, finalmente trovo il mio posto tra i sogni.

Ti lascio, Firenze, ritorno a casa. Ritorno con la dolcezza di una canzone nella testa. Non più il viavai della gente, la velocità dei treni, le voci, i passi, le corse. È bello ritrovare la tranquillità del mio paese, la serenità del mio piccolo giardino. È bello ritornare e ritrovare quel dannato silenzio di casa mia, dal quale sono scappata ieri e già oggi ne avvertivo l’assenza.

(Clicca su "canzone" e scopri le note che arrivano da Lungarno)

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