lunedì 1 ottobre 2012

Quel che rimane di una domenica di fine settembre


Nonostante la giornata non promettesse niente di buono, alla fine quella di ieri è stata una domenica degna di essere ricordata.

Fino a mezzogiorno la meta prevedeva una visita a Villa Giulia di Verbania, ad Editoria & Giardini, salone del libro interamente dedicato al giardino, arrivato alla sua 11^ edizione e quest’anno dedicato al giardino giapponese e alla sua cultura millenaria.
Invece, nel pomeriggio, il cielo si è aperto; il sole finalmente ha fatto capolino spezzettando il manto grigio del cielo in tantissime piccole nuvole galleggianti nell'azzurro, offrendo un caldo pomeriggio autunnale, invertendo così anche la nostra rotta di marcia.
Ci sono luoghi che diamo per scontati giusto perché sono a pochi chilometri da casa; invece meritano anche una breve visita, giusto per renderci conto di quanto siano suggestivi.
È il caso di Ameno. Quante volte per andare dalla zia ad Armeno ho visto i cartelli stradali! Neanche una volta, però, sono stata presa dalla curiosità di andarci, come se quella R in meno, gli desse meno valore. Sono bastate alcune foto durante una proiezione per la presentazione del libro Lago d’Orta – Itinerari tra arte, storia e natura ad incuriosirmi e la bellezza del balcone panoramico che si gode da questa località mi ha letteralmente sorpresa.






Il libro, un’edizione rivisitata di quello del 2005, nasce dall’amore degli autori (Mauro Borzini, Alessandra Salvini e Fabio Valeggia) per i luoghi in cui vivono. È  ricco di particolari architettonici, di aspetti naturalistici, di storia, cultura e tradizioni descritti molto bene e, soprattutto, ricco di foto che parlano da sole; foto che, guardandole, mettono la voglia di andare a vedere. Sono luoghi per una passeggiata di un pomeriggio o per una giornata intera e, soprattutto, sono i “nostri” luoghi, quelli che, quando li vediamo in televisione, ci fanno venire le lacrime agli occhi…

Continuando poi verso Armeno (quello con la R…) siamo passati davanti a quella che per anni è stata la casa delle vacanze della mia prozia Caterina, sorella della nonna Elisa, e qui, presa dalla nostalgia, non è stato assolutamente possibile trattenere la commozione.
La casa non c’è più. Al suo posto una ristrutturazione neanche poi così bella: troppo moderna per il contesto in cui si trova; oppure, sono io ad essere troppo sfavorevole nella critica, perché quella nuova casa ha strappato via il ricordo di giornate spensierate di vacanze ormai lontane; giornate trascorse lì, in quella casa di ringhiera senza pretese, senza il bisogno di essere da nessun’altra parte all’infuori che lì, in quel cortile di terra battuta ed erba, attorno al tavolo all’ombra della vite, a ridere come non mai, a mangiucchiare quel che capitava, a lavorare a maglia o all’uncinetto (quella era la zia) o a giocare a qualche gioco di società. Materialmente non rimane più niente: non più la casa, non più il cortile, non più la fontana. Anche la zia non c’è più e, ancor prima di lei, se n’è andata la Gianna, mia cugina. Solamente l’eco delle nostre voci e l’indimenticabile ricordo rimane a parlare di quei tempi.

Il nostro vagabondare prosegue verso Sovazza e poi Gignese, per una strada poco trafficata, tra i prati verde smeraldo, attraversati dall’Agogna che qui è poco più che un ruscelletto. Scendiamo fino a Carpugnino ed imbocchiamo l’autostrada per raggiungere Verbania.
Il sole stava scendendo dietro le montagne. L’aria era frizzante, ma piacevole. Il camminamento del lungolago era ancora ben frequentato da famiglie con i bambini, anziani con i cagnolini al guinzaglio e coppiette di innamorati. Anch’io e Giovanni, a passo lento e tenendoci per mano, ci confondiamo tra la gente mentre raggiungiamo Villa Giulia.
Era l’ultimo giorno di Editoria & Giardini ed il salone era visitato da pochi ritardatari, come noi. I piani superiori della villa ospitavano alcune mostre tra cui un’esposizione di origami molto bella, una mostra di Bonsai e una collezione di Suiseki, una forma d’arte sviluppatasi in estremo Oriente, in particolare in Giappone, con cui vengono identificate le pietre-paesaggio, vere e proprie opere d’arte della Natura, non lavorate o manipolate dall’uomo. Davvero molto interessante quest’ultima.
I libri erano parecchi e occupavano tutta la parte del piano terra di Villa Giulia. Molti trattavano il Giappone, il tema di questa edizione e dev o dire che siano molto curiosi i fumetti manga, quelli che si leggono al contrario, dalla fine all’inizio… Molto singolari, mi ci perderò senz'altro leggendo quello di Giovanni!
Anch’io ho fatto un acquisto. A dire la verità ero molto attratta da “Ore giapponesi” di Fosco Maraini e poi ho optato per un libretto del “mio grande maestro di vita” Mario Rigoni Stern, Stagioni che leggerò appena avrò portato a termine quello che mi sta facendo perdere il sonno in questi giorni.

Quando usciamo da Villa Giulia, ad accoglierci è un meraviglioso tramonto sul lago. Il silenzio è rotto dallo sciabordio delle piccole onde che si perdono alla riva e dai nostri passi sul sentiero ciottoloso del giardino della villa. Più in là, una musica in sottofondo, La stagione dell'amore ♫  che ho deciso che sarà la colonna sonora di questa domenica resa speciale da tante piccole cose.
Ecco quel che rimane di una domenica di fine settembre